Sarà la stanchezza? Sarà l’età? Quante volte ci capita di minimizzare piccoli vuoti di memoria o momenti di confusione, attribuendoli allo stress, al caldo, o al semplice passare degli anni?
Eppure, in alcuni casi, quei segnali lievi e apparentemente innocui possono essere i primi campanelli d’allarme dell’Alzheimer, una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone nel mondo – e che, se riconosciuta in tempo, può essere affrontata con maggiore consapevolezza.
Conoscere i segnali precoci dell’Alzheimer non significa allarmarsi per ogni dimenticanza, ma imparare a osservare con attenzione alcuni comportamenti e cambiamenti, in sé o in una persona cara, per capire quando è il momento giusto per parlarne con un medico. Perché, nel dubbio, meglio un controllo in più che uno in meno.
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza senile e si manifesta con un declino progressivo delle funzioni cognitive: memoria, linguaggio, orientamento, capacità di ragionamento. La causa è una degenerazione delle cellule cerebrali, che cominciano lentamente a perdere funzionalità, specialmente nell’area legata ai ricordi e alle funzioni esecutive.
Si tratta di una malattia cronica e irreversibile, ma una diagnosi precoce può ritardarne l’evoluzione, migliorare la qualità della vita e permettere alla persona e ai familiari di pianificare il futuro con più lucidità.
Ecco una lista di segnali precoci dell’Alzheimer che spesso vengono sottovalutati o confusi con i normali effetti dell’invecchiamento. Se si manifestano con una certa frequenza e in modo più marcato rispetto al passato, è bene non ignorarli:
Tutti dimentichiamo le chiavi o il nome di un conoscente ogni tanto. Ma se le dimenticanze diventano costanti (come dimenticare appuntamenti importanti, ripetere la stessa domanda più volte o non ricordare cosa si è fatto pochi minuti prima), è il caso di approfondire.
Chi sta sviluppando i primi sintomi dell’Alzheimer può perdersi in una frase, non riuscire a seguire un discorso lineare, interrompersi di continuo o faticare a trovare le parole giuste.
Uno dei segnali più caratteristici: non ricordare che giorno è, dove ci si trova, o confondersi nei percorsi abituali (come non riconoscere la strada di casa o confondersi tra due ambienti familiari).
Un cambio drastico di routine – come dimenticare di cucinare, non curare più l’igiene personale, trascurare la casa – può essere un segno di disinteresse ma anche di perdita di autonomia cognitiva.
Capita a tutti di perdere gli occhiali, ma chi è nelle fasi iniziali dell’Alzheimer può mettere oggetti in posti insoliti (come il telefono nel frigo) e poi non ricordare affatto di averli toccati.
Attività come cucinare, gestire un conto in banca o fare una telefonata possono diventare insolitamente complicate. La persona può dimenticare passaggi fondamentali, bloccare il telefono invece di rispondere, o confondersi nei comandi più semplici.
L’Alzheimer non colpisce solo la memoria, ma anche la sfera emotiva. Ci possono essere sbalzi d’umore, irritabilità, ansia, apatia, oppure la persona può diventare improvvisamente sospettosa o diffidente verso chi le è vicino.
Se uno o più di questi segnali si presentano in maniera frequente, nuova e progressiva, è bene parlarne con il medico di base, che potrà indirizzare verso uno specialista neurologo o geriatra. Esistono centri per la diagnosi delle demenze (CDCD) sparsi sul territorio nazionale, spesso collegati alle ASL o agli ospedali.
Prima della visita, può essere utile annotare esempi concreti dei comportamenti osservati, la loro frequenza e le reazioni della persona interessata. Questo aiuterà il medico nella valutazione iniziale.
Individuare precocemente l’Alzheimer significa poter:
• Accedere a terapie farmacologiche e non farmacologiche in grado di rallentare il decorso della malattia;
• Pianificare il futuro in modo consapevole (assistenti, cure, testamento biologico);
• Offrire un supporto adeguato ai caregiver, che spesso affrontano la situazione da soli;
• Ridurre lo stress e l’ansia causati dall’incertezza e dalla mancanza di risposte.
Buona parte dei sintomi dell’Alzheimer, come la difficoltà a concentrarsi, l’apatia o i problemi di memoria, possono essere causati anche da condizioni reversibili, come depressione, carenze vitaminiche o effetti collaterali dei farmaci. Proprio per questo, una visita specialistica è fondamentale per fare chiarezza e togliersi ogni dubbio, evitando diagnosi “fai da te”.
Organizzare una vacanza con i nipoti è una gioia immensa, ma anche una piccola sfida:…
Arrivare ai 60 anni non significa chiudere un capitolo, ma piuttosto iniziarne uno nuovo, pieno…
Stanno per arrivare le vacanze e molti si chiedono come portare cani e gatti in…
Non ci interessa utilizzare prodotti chimici, ne basta una spolverata di questo per tenere le…
Che momentaccio per Lewis Hamilton: il ferrarista stenta ad ogni gran premio ed i tifosi…
Molti di noi avranno provato la difficoltà del prurito agli occhi, come eliminare completamente questo…