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Salute

Alzheimer: il superfood che potrebbe ridurre il rischio di ammalarsi

L’Alzheimer è una malattia degenerativa che attualmente rappresenta una delle sfide più complesse della medicina moderna questa patologia colpisce milioni di persone in tutto il mondo e al momento non ha cura.

Proprio per questo la ricerca scientifica è costantemente alla ricerca di soluzioni per cercare di rallentarne la progressione o addirittura per prevenirne l’insorgenza della malattia, un recente studio ha portato alla luce una sorta di soluzione naturale che sembra poter svolgere un ruolo chiave.

Alzheimer: il superfood che potrebbe ridurre il rischio di ammalarsi (Senioritalia.it )

Secondo gli studi sarebbe il fitoene la soluzione, questa molecola è presente in diversi alimenti di origine vegetale e in particolare nelle microalghe, la sua funzione biologica fino ad ora non era mai stata approfondita in modo significativo ma alcune nuove evidenze hanno suggerito che questa molecola potrebbe avere un impatto rilevante non sulla sulla longevità ma anche sulla protezione del sistema nervoso centrale.

Alzheimer l’alimentazione potrebbe davvero essere la soluzione

Secondo recenti sudi quindi il fitoene sarebbe in grado di contrastare i danni provocati dalle placche amiloidi che è  una delle caratteristiche principali che contraddistinguono la malattia di Alzheimer. Attualmente si stanno svolgendo degli esperimenti che sembrano mostrare risultati promettenti indicando che il fitoene potrebbe ridurre lo stress ossidativo e prolungare la durata della vita, ovviamente la situazione va ancora studiata a fondo ma finalmente c’è una sorta di speranza

Alzheimer: l’alimentazione potrebbe essere la soluzione (Senioritalia.it )

Il fitoene è un pigmento vegetale incolore che è presente in numerosi vegetali come pomodori, carote, peperoni rossi, arance e albicocche, la quantità di questa molecola in concentrazioni particolarmente elevate si trova nelle microalghe.

La presenza nell’organismo del fitoene è stata sottovalutata per lungo tempo infatti veniva considerata priva di funzionalità ma secondo studi recenti l’utilità di questa molecola nel corpo umano è stata completamente rivalutata

Un team di scienziati delle Università di Siviglia e del Kent ha condotto studio mirato dimostrando che il fitoene potrebbe avere effetti benefici innumerevoli non solo sul cervello ma anche per quel che riguarda il processo di invecchiamento delle cellule celebrali.

L’esperimento è stato condotto su Caenorhabditis elegans, un piccolo organismo utilizzato negli studi di biologia dell’invecchiamento e da questo studio è emerso che l’ esposizione al fitoene ha aumentato la durata della vita dell’organismo e una riduzione dei danni associati all’accumulo di placche amiloidi che si è scoperto essere effettivamente implicate nell’insorgenza dell’Alzheimer.

Alzheimer il superfood che migliora la vita (Senioritalia.it )

Il fitoene a quanto pare ha la capacità di contrastare lo stress ossidativo che si è riscontrato essere uno dei principali fattori che favoriscono le malattie neurodegenerative, questa molecola quindi non potrebbe solo ridurre il rischio dello svilupparsi dell’Alzheimer ma potrebbe anche contribuire al benessere dell’organismo.

Come sempre tutto sembra riportarci all’alimentazione e per apportare nel nostro organismo più fitoene oltre ai cibi tradizionali andrebbero inserite nella nostra dieta le microalghe che a quanto pare rappresentano una risorsa preziosa dal punto di vista nutrizionale e anche per la loro coltivazione sostenibile.

Ovviamente si sta pensando di realizzare e produrre integratori che contengano un concentrato di questa molecola dato che questa ha portato a un aumento della resistenza allo stress fisiologico negli organismi presi in analisi. Se ciò dovesse essere effettivamente confermato si potrebbe procedere con nuovi approcci per la prevenzione delle malattie neurodegenerative.

Attualmente gli sudi sono solo alla fase iniziale ma promettenti, quel che è certo è che un’alimentazione ricca di frutta, verdura e microalghe potrebbe contribuire alla protezione del sistema nervoso.

Loriana Lionetti

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